Accesso al credito

L’accesso al credito da parte del mondo produttivo è un tema di grande attualità e un obiettivo prioritario e in questo contesto, assume ancora maggiore rilievo l’affidabilità della singola impresa. Il giudizio sull’affidabilità espresso dal rating non deve pertanto essere solo il frutto di un’analisi condotta sulla base di dati quantitativi, contabili e andamentali, ma deve essere anche il risultato della capacità della banca di valorizzare le informazioni di natura qualitativa dell’impresa che si possono acquisire attraverso un dialogo aperto e costruttivo, favorito altresì dal ruolo svolto dai sistemi associativi. La politica finanziaria bancaria attuale si basa sull’Accordo di Basilea, ovvero l’accordo sui requisiti patrimoniali delle banche stabilito dal Comitato di Basilea che riunisce i rappresentanti delle Banche Centrali dei maggiori paesi, nel quale vengono illustrate le metodologie che le banche devono adottare per calcolare i propri requisiti patrimoniali minimi in relazione ai rischi inerenti la loro attività. Ogni volta che una banca concede un prestito, infatti, deve accantonare una certa parte del proprio patrimonio, per far fronte alla possibilità che il prestito non sia rimborsato (il cosiddetto rischio di credito).

L’Accordo di Basilea, applicato in Europa da tutte le banche a partire dal 2008, è nato per garantire maggiore solidità ed efficienza al sistema bancario a livello internazionale. In termini generali, mentre il primo Accordo di Basilea (del 1988) prevedeva requisiti patrimoniali uguali per qualunque prestito, il nuovo Basilea prevede la possibilità di valutare più approfonditamente il rischio di un singolo prestito e quindi di differenziare gli accantonamenti patrimoniali in funzione della rischiosità:

per un prestito a un’impresa più rischiosa la banca deve accantonare più capitale;

• per un prestito a un’impresa più affidabile e meno rischiosa la banca può accantonare una quota di capitale minore.

 


 

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